Stadera n. 158 – Set/Ott 2024
Il grande santo Agostino amava dire: tu la mattina pensa ad alzare le vele, Dio penserà a soffiare il vento. Grande verità. E questo vento di grazia sta soffiando forte nel cielo della nostra Parrocchia, dato che il prossimo 12 ottobre potremo vedere ancora un nostro figlio ricevere, per l’imposizione delle mani del nostro Arcivescovo, la sacra ordinazione al sacerdozio.
Sono passati alcuni anni da quando la nostra comunità ha vissuto altri momenti di grazia simili: dieci anni dall’ordinazione di don Nicola, nove da quelli di don Salvatore e di don Massimo. Nove anni come se fossero i nove mesi di una materna gestazione. Anche questa volta è stata la nostra Madre Chiesa che ha accompagnato la vocazione di don Giuseppe a crescere, maturare sino allo sbocciare: un altro bel fiore profumato che partirà per altri lidi a portare la propria testimonianza e, soprattutto, la Parola e l’Eucarestia.
Già, ho detto partirà, come un figlio, secondo una stupenda e profetica affermazione di Carlo Levi: "la cosa più importante che i genitori possono fare per un figlio è VEDERLO PARTIRE". Un altro figlio che, anche se lontano dalla base, certamente non dimenticherà le sue origini sapendo che i cuori della sua Comunità saranno sempre vicini a lui con l’affetto e la preghiera.
Così è stato per don Nicola. Così è stato per don Massimo. Così è stato per don Salvatore che, più di tutti, dalle grandi altezze del Paradiso sta vegliando affettuosamente e per sempre su di noi.
Ma ora tocca a noi. E sì, perchè come dice san Paolo nella Seconda Lettera ai Tessalonicesi :"Noi dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perchè Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza".
Don Giuseppe, dal prossimo 12 ottobre, ALTER CHRISTUS. Che bello ciò che afferma san Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato d’Ars :"che cosa grande è un sacerdote. Il prete non lo capiremo bene che in cielo. Se lo capissimo sulla Terra, moriremmo non di spavento ma di amore".
Ancora un figlio della nostra comunità, gioiosa generatrice di fede e di amore; ancora un messaggio di speranza per il mondo; ancora una piccola goccia nell’oceano della grazia divina ma che (come suggerisce santa Madre Teresa di Calcutta) senza queste piccole gocce l’oceano non esisterebbe.
Per questo, sempre per citare ancora san Paolo, noi dobbiamo rendere continuamente grazie a Dio, Padre del Signore Nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi (Col 1,3). E saranno sempre preghiere affettuose e materne per questi figli generati dalla fede della nostra comunità e chiamati a testimoniarla in altre comunità sorelle (don Nicola e don Massimo) e … perfino nell’Alto dei Cieli (don Salvatore).
Duc in altum, carissimo don Giuseppe. Sii per tutti trasparenza di Dio ma plana anche terra terra nel servizio ai poveri ed ai sofferenti portando loro le gioie e le speranze di una Chiesa attenta e pensosa delle tristezze ed angosce degli uomini d’oggi. Ed in attesa della auspicata tua prima benedizione che certo vorrai riservarci, accetta quella affettuosa che noi facciamo sin d‘ora a te: quella di don Pino, don Luigi, don Dario, di tutta la comunità del Ss. Crocifisso, e pure quella, molto modesta, del tuo affezionatissimo diacono.
A Maronn t’accumpagn!
diacono Abramo Ferrara