Stadera n. 160 – Gen/Feb 2025
Per un’attività dinamica di catechismo, alle volte è utile cambiare le modalità degli incontri. È quello che si è pensato per il 15 novembre, quando i gruppi giovanili della Parrocchia si sono recati al cinema insieme per vedere un film comparso nelle sale da poco. Il film prescelto è stato “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, diretto da Margherita Ferri e basato sulla storia vera di Andrea Spezzacatena - interpretato dal giovanissimo Samuele Carrino - un ragazzo che fu vittima di bullismo e cyberbullismo, anche a carattere omofobico,
e che, per questa motivazione, si tolse la vita. La vicenda avvenne nel 2012 ed ebbe un grande risalto mediatico, essendo il primo caso in Italia di suicidio per cyberbullismo. La madre del ragazzo, Teresa Manes, interpretata da Claudia Pandolfi, dopo aver scoperto gli insulti rivolti a figlio su un account Facebook denominato “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, scrisse un libro sulla storia di suo figlio, e da quel momento ha iniziato a girare per le scuole di tutta Italia per raccontare i pericoli del bullismo e del cyberbullismo. Per la sua intensissima attività, ha recentemente ricevuto dal Presidente della Repubblica Mattarella l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica. Nonostante i primi tentativi di alcuni gruppi di genitori italiani di evitare la proiezione del film in anteprima nelle scuole per evitare “indottrinamenti”, come sono stati definiti, il film ha ottenuto elevatissimi incassi ed un successo enorme, oltre che recensioni e critiche estremamente positive.
Di seguito, si presentano degli interventi di alcuni giovanissimi e giovani presenti alla serata di proiezione.
Vedendo il film "il ragazzo dai pantaloni rosa" mi sono immedesimata nel personaggio di Andrea e nella situazione che stava vivendo. Ci sono state alcune scene molto forti in cui ho provato una stretta al cuore pensando che quel ragazzo, quando ha compiuto quel gesto, aveva la mia stessa età. Consiglio a tutti di vederlo poiché parla di argomenti attuali come il bullismo e il cyberbullismo. Questo film ci fa capire l'importanza di parlare con qualcuno quando stiamo vivendo un periodo buio in cui sembra di non vedere una luce di speranza, quindi di non chiuderci in noi stessi ma di parlare con i nostri genitori, con un insegnante o con un nostro amico.
Monica Doronzo, gruppo giovanissimi
Il film "il ragazzo dai pantaloni rosa" non è un semplice film che si va a vedere in famiglia per stare insieme. Questa storia racconta la giovane vita di Andrea Spezzacatena e di come lui sia riuscito a viverla appieno come ognuno di noi senza pensare al giudizio altrui. Questo l'ha portato a un atto estremo, sebbene sia riuscito comunque a vivere in serenità e in pace con se stesso, senza mai farsi condizionare e facendo ciò che riteneva giusto. La sua morte ci fa capire come qualunque insulto o atto di bullismo, anche se fatto per scherzare, possa portare a dei gesti disumani e come possa ridurre una persona in pezzi quando non ha nessuno dalla propria parte, perché vista come debole e strana agli occhi di chi la guarda. Se invece tutti noi guardassimo oltre le apparenze e andassimo oltre l'aspetto esteriore di una persona, potremmo conoscere un qualcuno del tutto diverso e, interessandoci alla sua vita, riusciremmo a svoltargli la giornata in meglio. È questo il messaggio che questo film vuole portare nei pensieri e nelle azioni di tutti e soprattutto dei giovani per tentare di vivere meglio insieme e in serenità l'uno con l'altro.
Antonio Manna, gruppo giovanissimi
“Il ragazzo dai pantaloni rosa” non è solo un film, ma un viaggio emotivo e simbolico che parla ai giovani e a chiunque abbia mai sofferto e sentito il peso di essere considerato diverso. Durante l’adolescenza, molti ragazzi si interrogano su chi siano e su cosa vogliano diventare. Questo film è una dettagliata rappresentazione della vita adolescenziale, perché tocca diverse sue fragilità con molta delicatezza. Il film esplora la ricerca di sé stessi e il coraggio di abbracciare le proprie diversità, temi difficili da affrontare per i giovani, che spesso si sentono sotto pressione, perché obbligati a rientrare negli standard sociali o perché non vogliono deludere le aspettative altrui. La storia evidenzia le sfide di chi si trova ad essere giudicato o emarginato per le proprie scelte, invitando gli spettatori a riflettere su quanto sia importante rispettare gli altri e non giudicare basandosi su stereotipi. É un messaggio finalizzato a sensibilizzare i giovani contro il bullismo che in alcuni casi può portare alla tragica decisione del protagonista. Sono d’accordo con la visione del film perché racconta una storia in cui tutti possono riconoscersi, affronta il tema dell’accettazione e invita a riflettere sull’importanza di essere autentici perché la diversità è ciò che ci rende unici.
Rossella Lenoci, gruppo giovani
A cura di Ruggiero Pio Belgiovine