Stadera n. 155 – Mar/Apr 2024
Il testo integrale del Messaggio di Papa Francesco per la 57esima Giornata Mondiale della Pace sul tema Intelligenza artificiale è di grande attualità in ambito antropologico, educativo, sociale, politico ed economico.
Papa Francesco auspica modelli di regolamentazione etica per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di intelligenza artificiale. I notevoli progressi delle nuove tecnologie dell’informazione e nella sfera digitale presentano entusiasmanti opportunità e gravi rischi, con serie implicazioni per il perseguimento della giustizia e dell’armonia tra i popoli. È necessario, allora, porsi alcune domande urgenti. Quali saranno le conseguenze, a medio e a lungo termine, delle nuove tecnologie digitali? E quale impatto avranno sulla vita degli individui e della società internazionale e sulla pace?
Ebbene, lo sviluppo delle tecnologie digitali negli ultimi decenni ha già iniziato a produrre profonde trasformazioni nella società globale. I nuovi strumenti digitali stanno cambiando il mondo della comunicazione, della pubblica amministrazione, dell’istruzione, dei consumi, delle interazioni personali e di innumerevoli altri aspetti della vita quotidiana. L’IA, della quale il Papa non nega le opportunità, può dunque diventare strumento di inquinamento cognitivo di alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false eppure credute, e condivise come se fossero vere. Basti pensare al problema della disinformazione, fake news e deep fake, creazione e diffusioni di immagini che sembrano perfettamente verosimili ma in realtà sono false, o di messaggi audio in grado di usare la voce di una persona dicendo qualcosa che non ha mai detto.
Per il pontefice, l’informazione non può essere separata dalla relazione esistenziale, perché implica il corpo, lo stare nella realtà e chiede di mettere in relazione non solo dati, ma esperienze ed infine esige il volto, lo sguardo, la compassione oltre che la condivisione. L’immensa espansione della tecnologia pertanto deve essere accompagnata da un’adeguata formazione alla responsabilità perché l’intelligenza artificiale diventerà sempre più importante. Promette, ad esempio, un risparmio di fatiche, una produzione più efficiente, trasporti più agevoli e mercati più dinamici, oltre a una rivoluzione nei processi di raccolta, organizzazione e verifica dei dati.
Occorre essere consapevoli delle rapide trasformazioni in atto, ma bisogna saperle gestire in modo da salvaguardare i diritti umani fondamentali, rispettando le istituzioni e le leggi che promuovono lo sviluppo umano integrale.
Guardando il mondo che ci circonda, non si può sfuggire alle gravi questioni etiche legate al settore degli armamenti. L’utilizzo bellico dell’intelligenza artificiale è un grave motivo di preoccupazione etica, e i sistemi d’arma autonomi non potranno mai essere soggetti moralmente responsabili in quanto l’esclusiva capacità umana di giudizio morale e di decisione etica è più di un complesso insieme di algoritmi, e tale capacità non può essere ridotta alla programmazione di una macchina che, per quanto “intelligente”, rimane pur sempre una macchina. Non possiamo nemmeno ignorare la possibilità che armi sofisticate finiscano nelle mani sbagliate, facilitando attacchi terroristici o interventi volti a destabilizzare istituzioni di governo legittime. Così facendo, non solo l’intelligenza, ma il cuore stesso dell’uomo, correrà il rischio di diventare sempre più “artificiale”.
Le più avanzate applicazioni tecniche non vanno impiegate per agevolare la risoluzione violenta dei conflitti, ma per pavimentare le vie della pace. In un’ottica più positiva, se l’intelligenza artificiale fosse utilizzata per promuovere lo sviluppo umano integrale, potrebbe introdurre importanti innovazioni nell’agricoltura, nell’istruzione e nella cultura, un miglioramento del livello di vita di intere nazioni e popoli, la crescita della fraternità umana e dell’amicizia sociale.
Francesca Leone