Francesco, dal 2015 al 2018 ha svolto, nella nostra comunità parrocchiale il “servizio di pastorale”. Il “servizio di pastorale” consiste nel vivere da seminarista un “assaggio” di quella che sarà la vita pastorale vera e propria una volta sacerdote. Don Francesco si è sempre donato alla parrocchia del Crocifisso con spirito di adattamento ed entusiasmo alle proposte della nostra comunità. Collaborando con i parroci e i viceparroci che ha conosciuto (don Rino, don Pino e don Nicola e don Francesco) non si è mai tirato indietro nel mettersi in relazione con i giovani e gli adulti. Di seguito una breve intervista.
Cosa ti sta spingendo a dire: “Si, con l’aiuto di Dio lo voglio?”
La certezza nel cuore di essere sulla strada giusta per me e la conferma quotidiana di essere in cammino verso la felicità. Il senso di ogni vita riuscita è amare ed essere amati: questa la verità che mi spinge ad abbandonarmi nelle mani di Dio, Amore perfetto. Crisi, sconfitte, delusioni, amarezze non mancano ma quando il cuore è in pace allora tutto acquista il suo giusto posto e l’equilibrio del cuore è proprio in Dio, roccia solida.
Cosa senti di poter restituire alla comunità del Santissimo Crocifisso?
Sicuramente la sproporzione tra ciò che ho ricevuto e quello che posso restituire è enorme. Ma sento di poter ripetere a ciascuno, alla tanta gente incontrata nei tre anni di pastorale, che il Signore ci è vicino sempre. La restituzione più bella è forse lo stesso Gesù Cristo! Quel Viandante misterioso sulla strada di Emmaus che si è fatto vicino alla mia vita anche nelle vie della vostra città, ascoltando le esperienze di tanti, asciugando qualche lacrima, confrontandomi con i vostri sacerdoti, camminando con chi aveva perso la speranza, scrutando gioia negli occhi di tanti, godendo del calore dei vostri abbracci, quello stesso Viandante continua a camminare in mezzo a voi. Non lasciatelo passare invano…ma fate festa con Lui.
Una parola ai giovani che negli anni della pastorale hai incontrato e una alle famiglie che ti hanno accolto.
GRAZIE, col cuore in mano e con tutte le forze. Grazie per ogni istante passato insieme, per ogni sguardo profondo, per avermi accolto per ciò che sono. Mi sono sempre sentito a casa. Un sabato sera del mio primo anno lì con voi, ero pensieroso e giù di tono, uno dei ragazzi, dopo avermi abbracciato forte, mi donò alcune caramelle, dicendo: “Le ho prese per te”. Gli occhi diventarono lucidi. Davvero dove c’è Chiesa c’è Casa. E poi le famiglie. Che grande dono essere accolto nelle vostre case la domenica e condividere non solo un pranzo ma la vostra stessa famiglia. Quanto ho imparato dalla vostra delicatezza e dalla vostra accoglienza. Grazie. Un debito di gratitudine particolare permettetelo ai vostri sacerdoti, guide amorevoli, diventati col tempo grandi amici. Don Rino, don Nicola, don Pino e don Francesco. Esempi di donazione e fraternità.
don Francesco Daniele Rizzi