Stadera n. 155 – Mar/Apr 2024
Il film di Matteo Garrone, già vincitore del Leone d’Argento per la migliore regia alla Mostra del cinema di Venezia è ora candidato agli Oscar come Miglior Film Internazionale. L’importanza di questo successo è da ricercarsi soprattutto nel tema che il film tratta, sempre dolorosamente attuale nonostante il passare degli anni, specie per l’Italia, terra di migrazioni continue. Il film racconta la storia di un ragazzo senegalese che decide di lasciare il suo Paese e la sua famiglia perché vuole raggiungere l’Italia.
Seydou, insieme al cugino Moussa, in Senegal vive per strada tra canti e balli della sua gente, il lavoro sotto il sole e l’affetto dei suoi cari. Però, sente che gli manca qualcosa, per poter davvero costruire il proprio futuro, quindi sogna l’Italia, terra di speranza e di opportunità, così decide di intraprendere il viaggio. La realtà sarà sin da subito diversa! La speranza e il sogno si trasformano ben presto nella tragedia che abbiamo imparato a conoscere: lungo il deserto, nei centri di detenzione e infine in mare aperto, mentre il confine tra la vita e la morte si fa via via sempre più impercettibile.
La storia è ispirata alla vita di Fofana che a quindici anni è stato davvero messo al timone di una nave piena di migranti diretta in Sicilia, proprio lui che nemmeno sapeva nuotare. Quando le tragedie si ripetono incessantemente il rischio è che diventino quotidianità e i morti in mare oggi quasi non scuotono più le coscienze dandoli, ormai, per scontati.
Garrone con “Io capitano” riesce a ricordarci senza retorica, il desiderio universale di ricerca della libertà e della felicità oltre confine. Un film sicuramente da vedere!
Liana Caputo