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È da poco apparsa in commercio una nuova esortazione apostolica del nostro papa Francesco, denominata Laudate Deum (Lodate Dio). Questo testo è in realtà una continuazione dell’enciclica Laudato si’ (2015). Le due pubblicazioni condividono il tema della crisi climatica, che il papa definisce “innegabile”, parlando di “cura della nostra casa comune”.
Pubblicata in occasione della festività di san Francesco d’Assisi, il papa torna a parlare della crisi climatica, in quest’opera che conta una divisione in 6 capitoli e 73 paragrafi. È un tema che ci riguarda molto da vicino e che abbiamo potuto sperimentare direttamente: l’autunno è comparso a fatica, dopo un mese in cui le temperature erano nettamente sopra la media. Una cosa su cui tutti dovremmo riflettere, essendo noi stessi i diretti responsabili di questa situazione, come riferisce anche il papa. E infatti, nel capitolo primo dell’esortazione apostolica, il tema è proprio la crisi climatica globale.
Otto anni dopo l’enciclica, dunque, il pontefice torna a parlare di questo tema centrale nella nostra società: egli riferisce che “non agiamo abbastanza” (§2) e cerca anche di proporre alcune soluzioni, come il “favorire gli accordi multilaterali tra gli Stati” (§42). Proprio a riguardo della debolezza della politica internazionale è dedicato il capitolo terzo, che compie una digressione anche sulla crisi della diplomazia. Critica anche il negazionismo del cambiamento climatico, presente in alcuni ambienti ecclesiali) o con l’illusione di uno sviluppo economico che ha portato, invece, ad una devastazione ambientale e ricadute nella salute umana (temi trattati nel capitolo secondo).
Fondamentale pertanto la critica del paradigma tecnocratico, inteso non tanto come accusa al progresso tecnologico in sé, ma con l’idea che esso coincida con un semplice incremento del potere di trasformare la realtà, sfruttando anche le popolazioni povere (per il recupero di materiali preziosi) per il privilegio dei pochi. Ancora una volta, lo sguardo verso le periferie, già presente nell’enciclica del 2015, caratteristico del magistero di Francesco.È questa certamente una presa di posizione che si pone in una riflessione di carattere collettivo; è un messaggio che si rivolge a tutti, profondamente spirituale. Il testo appare anche in prospettiva a quella che sarà la COP28 (una delle tante conferenze sul clima, di cui si parla nel capitolo quarto) che si terrà a Dubai dal prossimo 30 novembre. E proprio a questo tema è dedicato il capitolo quinto dell’esortazione apostolica.
Citando dal capitolo conclusivo dell’esortazione, papa Francesco spiega anche il titolo attribuito al testo: ” §73 «Lodate Dio» è il nome di questa lettera. Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso.”
Con questo nuovo documento, dunque, il papa mira a fornire maggiore consapevolezza di un problema che non dobbiamo ignorare, specialmente per le generazioni future: se non agiamo in tempo, queste ultime saranno in una situazione gravissima. Deve essere chiaro a tutti che non esiste un secondo pianeta Terra. Come dice il papa, l’essere umano non è onnipotente e illimitato: serve un nuovo stile di vita, in modo tale che cambi questa nostra cultura del consumo.
Ruggiero Pio Belgiovine ruggieropiobelgiovine@gmail.com