L’esortazione apostolica Amoris Laetizia e la Lettera Patris Corde di Papa Francesco sono due testi straordinari, da leggere tutti di un fiato, dove viene riscoperta la paternità e il ruolo del padre. In Amoris Laetitia al n. 176, il Papa ha osservato: oggi si è arrivati ad affermare che la nostra è una società senza padri. Nella cultura occidentale difatti la figura del padre sarebbe simbolicamente assente, distorta e sbiadita. I padri sono talora così concentrati su sé stessi, sul proprio lavoro e sulle proprie realizzazioni individuali, dimenticando così la famiglia. L’assenza della figura paterna nella vita dei piccoli e dei giovani produce lacune e ferite che possono essere anche molto gravi (Udienza generale, 28 gennaio 2015). In Amoris Laetitia si spiega inoltre che questa assenza può assumere varie forme: «fisica, affettiva, cognitiva e spirituale» e alla fine «priva i figli di un modello adeguato del comportamento paterno» (AL 55). Queste dolorose osservazioni del Papa sull’assenza dei padri ci aiutano a comprendere come sia urgente riscoprire la figura del padre e il carisma della paternità, in modo che tutti i padri siano veramente presenti nelle loro famiglie. Essere padri significa anche all’interno della famiglia essere vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze. E vicino ai figli nella loro crescita: quando giocano e quando si impegnano, quando sono spensierati e quando sono angosciati, quando si esprimono e quando sono taciturni, quando osano e quando hanno paura, quando fanno un passo sbagliato e quando ritrovano la strada (AL20). Il vero ruolo del padre non è quello di essere giudice ma colui che sa indicare l’errore e prende per mano il figlio che si è smarrito. Il Papa anzitutto ricorda che non si fa il bene dei figli se i genitori rinunciano al proprio ruolo e se si presentano come personalità deboli che non offrono ai figli nessun orientamento chiaro nella vita. Passiamo ora a considerare qualche aspetto della paternità che viene messo in luce nella Lettera Patris Corde che ci porta a riflettere sulla paternità attraverso la figura di San Giuseppe che si conosce poco, ma è proprio questa umiltà e semplicità, questo nascondimento, che deve farci riflettere sulla necessità attuale di riscoprire la paternità. Nessuno lo nota! Nessuno ne apprezza le qualità! Non viene riportata dai vangeli nemmeno una parola da lui pronunciata! Solo alcune delle persone, fra le più umili, sembrano accorgersi di lui. Per le persone più importanti, per i suoi stessi compaesani di Betlemme, egli quasi non esiste, solo i poveri notano la sua presenza. Tutta la missione di Giuseppe si svolge in questo silenzio, in questa ombra. Tutto quello che Giuseppe fa, lo fa per obbedienza a Dio, non per essere lodato da qualcuno. Questa descrizione è estremamente importante per noi nella cultura in cui siamo immersi. Nel nascondimento di Giuseppe vediamo il carattere di un vero padre e di un vero uomo! Oggi, invece, sembra che tutti hanno un disperato bisogno di apparire, di essere visti, di ricevere applausi. S. Giuseppe è veramente l’antidoto più efficace a questa forma malata di narcisismo. Un vero padre fa il suo dovere e si sacrifica perché questo è ciò che esige il bene dei figli e ciò che Dio gli chiede di fare, e rimane fedele alla sua missione di sposo e di padre tutta la vita, anche se mai nessuno si accorgerà di lui e mai nessuno noterà tutto il bene che ha fatto!
Francesca Leone professoressaleone@gmail.com