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Nel 1939 una voce dolce e carica di passione scuote gli animi di un’America ancora rurale dove la discriminazione razziale è più forte che mai: Billie Holiday canta Strange Fruit, un brano che parla apertamente del linciaggio dei neri, la barbara usanza di impiccare i loro corpi agli alberi (“sangue sulle foglie e sangue sulle radici, un corpo nero dondola nella brezza del sud. Strano frutto appeso agli alberi di pioppo”). Il film ha come obbiettivo quello di raccontare la ritorsione del governo americano nei confronti della grande cantante jazz, perseguitata fino alla morte per quelle parole, scritte da un insegnante ebreo, Abel Meeropol, e a lei donate per farne un inno di denuncia. Un brano capace di scuotere profondamente le coscienze, dimostrando che la Holiday non era soltanto un’artista seducente, ma soprattutto la voce di denuncia di una comunità perseguitata. Billie è tenuta sotto stretta sorveglianza dal capo dell’ufficio narcotici dell’FBI, perché preoccupato della carica eversiva del brano. I federali decideranno di strumentalizzare la tossicodipendenza di Billie facendo di lei il capro espiatorio di una dura guerra alla droga. Una vera e propria persecuzione per impedirle di cantare quel brano. Billie non smetterà mai di lottare, neanche dal letto di ospedale dove morirà sola e legata con delle manette strette ad una caviglia.
Il film rappresenta una delle tante pagine vergognose del razzismo statunitense, solo il 22 marzo del 2022 è stata finalmente approvata la legge che vieta il linciaggio. Un film sicuramente da vedere!
Liana Caputo liana.caputo@gmail.com