top of page
Immagine del redattoreParrocchia Santissimo Crocifisso Barletta

<strong>NON SI È VERGOGNATO…</strong>

Tempo lettura – 4 minuti

Vocazione o chiamata? Sembra a prima vista una contraddizione in termini……. in effetti non lo è, perché, nel nostro campo, sono sempre opera dello Spirito Santo, questo quasi…. illustre sconosciuto della Santissima Trinità.

Pensate un po’, in questo periodo dell’anno, nella nostra Parrocchia si racchiude, in appena 21 giorni, la conclusione di un …. superlavoro di discernimento dello Spirito Santo: partendo dal 17 dicembre (ordinazione sacerdotale di Don Pino) e proseguendo con il 5 gennaio (ordinazioni, sacerdotale di Don Luigi e diaconale del sottoscritto) per finire al 6 gennaio (ordinazione episcopale di Sua Eminenza il Cardinale Francesco Monterisi). Quanta grazia, quanto misterioso disegno del Signore, quante storie diverse eppure tutte convergenti verso un unico compito: “va’ a lavorare nella mia vigna”!

Don Pino, alle sequele del Venerabile Don Ruggero Caputo: lo immagino suo affettuoso chierichetto che, pian piano, si fa coinvolgere dall’aura di santità che promana da quell’autentico “Uomo di Dio”. Mi spiace, ma non conosco la storia della vocazione di Don Luigi, perciò mi auguro che presto sarà lui stesso a parlarcene. Di quella del Cardinale, posso solo riportare un personale ricordo di fanciullo: in casa mia sentivo spesso parlare dei Monterisi, nostri amici di famiglia. E un giorno mi capitò di ascoltare un dialogo fra i miei nonni: si raccontavano di un mio coetaneo, un certo…. Francesco Monterisi, che era andato in Seminario. E dal loro ragionare venni a sapere che si trattava del nipote di due Vescovi. E questa è l’affettuosa ragione che oggi mi fa seriamente pensare ad una autentica profezia fatta, in conclusione della loro chiacchierata, dalla mia dolcissima ed indimenticabile Nonna Giuseppina: “Preghiamo, perché se, come si dice, buon sangue non mente………”!


Quando penso alla mia chiamata…. ancora rabbrividisco e mi vengono le vertigini. Fu un santo sacerdote barlettano che un mattino mi convocò e mi parlò del “diaconato permanente” e mi propose di incamminarmi su questo impervio ed imprevisto sentiero della mia vita, già piena (allora) di tanti impegni e serie preoccupazioni familiari e di lavoro. La mia immediata reazione fu: “ma non ne sono degno”! E la pronta risposta di Don Michele Morelli, era lui quel santo sacerdote, non si fece attendere: “Il Signore lo sa benissimo che non ne sei degno…. ma a Lui piace tracciare righe dritte sulle tue pagine storte. Dunque…” Ecco, chiamata, vocazione: storie diverse. Da quella di un povero…diacono a quelle a pieno tempo dei nostri amatissimi sacerdoti: sin da fanciulli…. presi di mira dallo Spirito Santo.

Perdonatemi, infine, carissimi amici parrocchiani se qualche volta vi annoio con le mie squinternate dissertazioni ma lasciatemi concludere con una bellissima preghiera…in tema. Naturalmente non è stata scritta da me ma da un grande santo della nostra Terra di Puglia, il Venerabile Don Tonino Bello.Eccola, con l’augurio che il Signore voglia continuare a cercare, anche nella nostra grande famiglia parrocchiale, donne e uomini disposti a tracciare povere righe, anche se quasi sempre molto storte, sulle Sue pagine diritte.

“Vocazione. È la parola che dovresti amare di più. Perché è il segno di quanto sei importante agli occhi di Dio. È l’indice di gradimento, presso di Lui, della tua fragile vita. Sì, perché se ti chiama vuol dire che ti ama. Gli stai a cuore, non c’è dubbio. Stupore generale. A te non ci aveva mai pensato nessuno. Lui sì. Davanti ai microfoni della storia ti affida un compito su misura…. per Lui! Sì, per Lui, non per te. Più che una “missione” sembra una “scommessa”. Una scommessa sulla tua povertà. Ha scritto “t’amo” sulla roccia, non sulla sabbia come nelle vecchie canzoni. E accanto ci ha messo il tuo nome. Alleluia. Puoi dire a tutti: non si è vergognato di me”!

Don Abramo

0 visualizzazioni
bottom of page