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Corrono i discepoli, ansiosi, concitati per cercare Cristo; come raccontano i primi versetti del cap. 20 secondo il Vangelo di Giovanni.
Durante questa Quaresima abbiamo corso anche noi, il nostro fiato sospeso nei polmoni dei profughi in fuga, i rincari, il toto scommesse dei contagi, gli affanni quotidiani, la paura di una guerra mondiale ed il declino ambientale. È per questo che oggi ci risulta faticoso e illusorio credere nella Pasqua. Proprio come ha pensato Maria di Magdala quando all’inizio gli appare Cristo risorto al v. 14, ma non lo riconosce: “Come può un morto che io stessa ho visto spirare (cfr. Gv 19,25; Lc 23,49), ritornare in vita?”.
Una favola a lieto fine che non trova alcun spazio nella catastrofe umanitaria di cui siamo testimoni. Non c’è alcun margine per sperare in una luce nuova, per credere nella bellezza della vita. Ci sentiamo prigionieri di un buio serale e notturno, come quello che hanno vissuto i discepoli, chiusi nel cenacolo per paura, al v. 19. Quasi ci verrebbe da non festeggiarla questa Pasqua, di passare direttamente al prossimo anno, nella fioca speranza di notizie migliori. Vogliamo ancora correre noi, darci a gambe levate più forte, per scappare da ciò che c’è e trovare un approdo.
È qui che il Signore ci trova! È Lui che viene a cercarci!
Ci riappacifica nei nostri tormenti.
Col suo soffio ci toglie l’affanno, ci dona lo Spirito Santo e ricrea la nostra umanità.
Ci ricrea, ci fa respirare vita d’aria fresca.
“Non mi salva dalla tempesta ma nella tempesta. Non protegge dal dolore ma nel dolore. Non salva il Figlio dalla croce ma nella croce” (D. Bonhoeffer).
La sua voce anche quest’anno tornerà, puntuale e immancabile: di nuovo le nostre orecchie udiranno le sue parole “Pace a voi!” (Gesù la comunica per ben due volte!). Pace nelle nostre lotte competitive, nei nostri calcoli, nella smania del giudizio, nella sfiducia. Pace nella caccia ai colpevoli, alla divisione tra buoni e cattivi, a rendere male col male. Il Signore in questa Pasqua ci dona l’approdo ad un’oasi di pace. Quella pace che tanto vorremmo in queste settimane durante le quali Tv e giornali senza sosta ci rimandano immagini e notizie di distruzione e morte nell’Est europeo.
Gesù non elimina il male, ma lo vince; ci ricorda che non ha mai l’ultima parola e che sì, solo insieme, solo amandoci, è possibile avere il cuore colmo di gioia. Solo liberandoci dalla nostra notte, dal nostro istinto di rivalsa e vendetta, di dominio e sopraffazione, potremmo riconoscere il Suo dono di pace, che è il primo dono di Cristo Risorto ai suoi discepoli.
Impariamo dalla Sua Resurrezione ad aiutarci per far vincere la luce nelle nostre tenebre quotidiane.
Federica Altizio federicaltizio@gmail.com
Ruggiero Rutigliano illietogiullare@gmail.com