REGINA DEL ROSARIO, PREGA PER NOI E PER LE NOSTRE FAMIGLIE; SANTI MEDICI COSMA E DAMIANO, PREGATE PER NOI E PER TUTTI GLI AMMALATI (E PER COLORO CHE LI ASSISTONO).
Riconosco di essere particolarmente emozionato. Per la nostra Parrocchia del SS. Crocifisso, ora, un ANNO GIUBILARE 2021 – 13 SETTEMBRE – 2022. Nella mia mente un turbinio di pensieri, ricordi, suggestioni. Ricordo ancora la telefonata di Mons. Pichierri, di venerata memoria. “Per favore, ho bisogno di parlarti. Vieni a trovarmi in Episcopio, ma non dire ad alcuno che ti ho chiamato”. Stupivo, prendo il treno, vado a trovarLo e mi sento dire: “ho pensato di mandarti al Crocifisso”, con la conferma del segreto. Ho detto di sì.Poi l’Arcivescovo improvvisamente e tragicamente ci lascerà e dovrà intervenire la Santa Sede perché l’Amministratore diocesano, Mons. Pavone, possa realizzare il mio e gli altri spostamenti. E dal 4 settembre 2017 sono qui. Alle prese adesso con un appuntamento con la storia ed un particolare succedersi di anniversari.
Ricordo ancora l’istituzione della Parrocchia e la nomina del primo Parroco, don Michele Dicataldo. Correva l’anno 1981 (ero già sacerdote e pochi giorni dopo sarei stato nominato Parroco del Buon Pastore), il 14 settembre, Vescovo Mons. Giuseppe Carata. La Parrocchia era stata intitolata “SS.Crocifisso” nella Festa della “Esaltazione della Croce”. Paolo, nella Lettera ai Galati: “non ci sia altro vanto che nella Croce del Signore Nostro Gesù Cristo. Egli è la nostra salvezza, vita e resurrezione, per mezzo di Lui siamo stati salvati e liberati” (6,14). Nella memoria del miracoloso ritrovamento delle reliquie della S. Croce da parte di Elena, madre dell’imperatore Costantino, il tradizionale dono del basilico nei Primi Vespri della Festa ci dice del profumo intenso dell’erba aromatica (che aiutò la Santa nel prodigioso ritrovamento) e ci dice che anche noi dobbiamo profumare di Cristo: “noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo tra quelli che si salvano e tra quelli che si perdono….”(2 Cor 2,15).
Una casa profumata
In una omelia inedita, don Tonino Bello scrive: “Noi dobbiamo imparare di più a stare insieme. Solo allora si realizzerà quello che accadde a Betania: tutta la casa si riempì di profumo. Il Signore ci aiuti a spandere in casa e nel mondo (aggiungo io: e in Parrocchia) il buon profumo di Cristo. Profumo nella casa, la comunione. Profumo nel mondo, la speranza….. Il profumo che deve riempire la casa è l’intimità nuziale con Cristo. Da Lui deriva la comunione. Che non è semplice comportamento aziendale” (FC del 10 aprile 2017). Diffondere nel mondo il profumo di Cristo: la testimonianza. Il prefazio della celebrazione dice: “Nel legno della Croce Tu hai stabilito la salvezza dell’uomo, perché da dove sorgeva la morte di là risorgesse la vita, e chi dall’albero dell’Eden traeva la vittoria, dall’albero della Croce venisse sconfitto….” (dal Messale). La nuova Parrocchia, dotata di così profonda carica ideale, affidata a don Michele Dicataldo nel quartiere di periferia, Patalini, nasce a poche centinaia di metri da un’antica chiesetta dalla quale provvidenzialmente prende il nome. Un primo sottano, un secondo, un seminterrato per molti anni in via Patalini e tanti sacrifici e tanta pazienza da parte di tutti. Veri tempi eroici. La nascente Parrocchia ebbe dei Patroni straordinari: i Santi Medici Anargiri Cosma e Damiano. Provenivano dal Buon Pastore, ma ancora prima dall’antica Chiesa di S.Antonio. Il neo-Parroco li affidò a don Michele per la nuova realtà parrocchiale.
Nasce la nostra comunità
Impossibile una sintesi ordinata e completa di tanti eventi. Nasceva una Comunità in un quartiere che si andava allargando e popolando e c’era bisogno di una casa (che è la chiesa) e di un terreno sul quale costruire. Credo che anche i più superficiali debbano riconoscere le enormi difficoltà. Ma il 26 luglio 1992 un nuovo Parroco: don Luigi Filannino. Su di un terreno già concesso in perpetuo dal Comune, su un progetto dell’arch. Memeo, con la direzione tecnica dell’ing. Chiarazzo e la collaborazione dell’Impresa Dinuzzi, con l’aiuto di fondi provenienti dall’8xmille, il 24 settembre 1994, fu benedetto il suolo e fu posta la prima pietra mentre il 23 dicembre dello stesso anno iniziarono i lavori. Sicuramente, molti di voi vanno ricordati anche come protagonisti, siete come gli operai della prima ora: che Dio ve ne renda merito. Il vostro aiuto economico, frutto di tanti sacrifici, è stato indispensabile. Ma so anche, per esperienza personale, quanto sia importante l’interessamento, la fiducia, la simpatia di tanti “tifosi”, veri ultras, generosi e innamorati di Gesù. Dicono che un buon Parroco costruisca buoni parrocchiani ma è anche vero che buoni cristiani, amici di Gesù, costruiscano un buon Parroco. C’è una profonda osmosi spirituale e umana fra sacerdoti e parrocchiani. Ma attenzione: guardatevi dalla popolarità. Ce lo dice Gesù: “Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi, perché i loro padri facevano lo stesso con i falsi profeti” (Lc 6,26). Quanto lavoro, quante preoccupazioni, quanti sacrifici: al cantiere della chiesa in costruzione, don Luigi doveva aggiungere il suo lavoro di insegnante e, naturalmente e soprattutto, i suoi doveri di Parroco.
La dedicazione del Tempio
Ma finalmente il 5 ottobre 1996, esattamente 25 anni fa (ricorderemo solennemente anche questo momento), Sua Eminenza il Cardinale Francesco Monterisi, allora ancora Arcivescovo e Nunzio Apostolico in Bosnia Erzegovina, dedicò la chiesa e consacrò l’altare. Solo qualche giorno dopo un altro evento di grazia: la Settimana mariana con l’immagine della Madonna di Pompei accompagnata dal Delegato pontificio del Santuario, S.E. Monsignor Francesco Saverio Toppi. E, ancora, a conclusione di queste celebrazioni così solenni, la presenza di Sua Eminenza il Cardinale Paolo Agostino Mayer. Quanti stupendi ricordi, incancellabili. E fonte di serenità per il presente. A questo punto, però, bisognava completare l’opera: andava costruita, con un lavoro serio e spesso nascosto, la comunità. Una brutta sera, però, stavo presiedendo un incontro di catechisti nella mia parrocchia del Buon Pastore quando mi avvisarono che don Angelo mi cercava con urgenza al telefono. Rimasi sbigottito, con la cornetta in mano: “Vieni subito al Crocifisso. Subito. don Luigi è morto”. Era il 28 novembre 2001, esattamente 20 anni fa. Anche questo è ricordare, nella fede e con tanta nostalgia: dopo la celebrazione della S. Messa, don Luigi moriva in sacrestia. Potremmo dire con ancora la S. Comunione dentro di sé. Quell’ultima S. Comunione nella S. Messa appena celebrata è stato il viatico per lui. Non ci sono parole capaci di esprimere una sofferenza così profonda ed improvvisa. Ancora oggi, il solo parlarne suscita un profondo turbamento ed una grande commozione. E già il giorno successivo l’Arcivescovo Pichierri delega don Rino Caporusso, reduce da un’importante esperienza missionaria in Brasile, a guidare la comunità del SS. Crocifisso. Anche questo fa parte degli eventi di cui fare memoria. È storia. La storia di comunità concrete, dei loro pastori, di vicende piccole e grandi, di ricordi di persone e situazioni. Ricordare è ri-portare al cuore. Alcuni protagonisti sono in Paradiso, certamente nella Gerusalemme celeste: alcuni sacerdoti, tantissimi laici. Segnalate pure alla redazione della Stadera, fornite notizie e foto.
Il presbiterio del Cielo
Torno con profonda emozione alla memoria dell’improvviso “trasferimento” di don Luigi al presbiterio del cielo dove si è incontrato con tanti santi sacerdoti della nostra terra. Ma don Rino eredita una situazione drammatica: dovrà anche lui donarci la sua testimonianza, catapultato in una realtà che non poteva conoscere e chiamato a completare la struttura ancora parziale del tempio ma soprattutto a ricompattare, riunire e rasserenare una comunità frastornata. Uso verbi simili per dire e testimoniare di un impegno straordinario. La “ragione sociale” è però sempre la stessa: la Croce di Cristo, l’obbedienza al Padre vissuta nell’amore per il prossimo, nell’umiltà e nel perdono, nella preghiera e nel servizio. Usque ad extremum: fino al dono totale di sé. I verbi ormai sono tutti al presente. E quasi ci siamo. Ma in quel 2001 nasceva per cariocinesi, per divisione quasi a metà dalla nostra parrocchia quella della SS. Trinità. Parroco-fondatore della nuova parrocchia: don Francesco Piazzolla. Con tanta pazienza don Rino completa e perfeziona le strutture parrocchiali. Veramente restaura il nuovo, perché succede che anche una nuova costruzione riveli piccole criticità.
Gli affreschi e il campanile
Ma poi la chiesa viene abbellita dagli stupendi affreschi, suggeritore dei quali fu l’indimenticabile don Gino Spadaro. E complimenti al pittore che, mi dicono, pregava-digiunava-dipingeva: il modus operandi degli antichi pittori di icone. E quindi, il campanile con un completo concerto di campane. E poi, l’istituzione della Associazione dei Santi Medici con l’aiuto del cofondatore, il diacono Abramo Ferrara, presente qui in parrocchia da sempre, o quasi, arrivato lo stesso giorno dell’ingresso di don Luigi: l’anno prossimo, a Dio piacendo, ricorderemo il 30° anniversario del suo ministero al SS. Crocifisso. Don Rino, inoltre, decide di fondare un giornale che chiama “La Stadera” con tanto di iscrizione presso il Tribunale di Trani e con una redazione di giornalisti. Attuale tiratura: oltre 800 copie, metà delle quali vengono spedite per posta. Il numero per il quale ho preparato questo articolo è il 133. Noi non abbiamo possibilità di sponsorizzazioni né di usufruire della pubblicità, per le tariffe di spedizione postale. Il nostro giornale vive delle offerte dei lettori e dei sacrifici della parrocchia. Ma don Rino ha tanto da raccontare ed è bene e bello che lo faccia. Ma sono anche necessarie le testimonianze di don Abramo, di Mosè e…. soprattutto di voi cari fratelli o figli (come in una terminologia più classica: i “filiani”). Ma figli lo siete della chiesa che vi ha generato alla fede e la coltiva nei vostri cuori. Abbiate ancora un po’ di pazienza: altri scriveranno, e meglio di me e racconteranno… Ma io devo proseguire e ringraziare il Signore per il dono delle vocazioni sacerdotali: don Nicola Salvemini, ordinato il 20 settembre 2014 e nostro vice-parroco per qualche anno; don Salvatore Mellone, ordinato il 16 aprile 2015 e sacerdote, per dono di Dio, per soli 73 giorni e tornato alla Casa del Padre il 29 giugno 2015; don Massimo Serio, ordinato il 5 settembre 2015. Ragazzi cresciuti qui, nella nostra comunità. E ancora, il nostro chierico Giuseppe Cassano. Pregheremo per lui e altrettanto faremo per le tante vocazioni al matrimonio ed all’apostolato. E ora? Mi sovviene il suggerimento di molti: facciamo del nostro Anno Santo un momento di crescita della nostra comunità, nella santità e nell’apostolato.
40º e 25º. Alleluia!
Ora che l’aggressione del Covid ci permette di agire, ecco che il 13 settembre prossimo, Sua Eminenza il Cardinale Monterisi aprirà solennemente l’Anno Santo nel 40° anniversario della istituzione della nostra Parrocchia, mentre il nostro Arcivescovo S.E. Mons. Leonardo D’Ascenzo celebrerà con solennità il 25° anniversario della ‘dedicazione’ della chiesa e della “consacrazione” dell’altare. La Santa Chiesa ci concede l’indulgenza plenaria secondo le prescrizioni che certamente ricorderete. La “Stadera”, con la collaborazione di “Stadera Young” per i risvolti web, ci aiuterà a conoscere e valorizzare i momenti più importanti che stiamo vivendo. Ma vedo che questo comparativo è inutile: vivere santamente questo Anno santo per essere presenza di Dio nel nostro quartiere. Grazie a don Francesco che va a vivere il suo ministero a Trani, grazie a don Luigi per il suo entusiasmo, grazie a don Abramo, giovane a vita, al chierico Giuseppe, al Gruppo liturgico, alla Stadera, all’Associazione dei Santi Medici, alla Corale, ai Catechisti (in particolare alle nostre reverende Suore sempre maternamente sensibili verso i più piccoli), al RNS, al Villaggio Paradiso e a tutti Voi, carissimi amici e amiche. Sulla “Stadera”, resa mensile in questo Anno santo, e sui siti Web tutte le notizie, le riflessioni, le foto. Tutto quanto sarà necessario sapere. Al primo posto la PREGHIERA, la vita interiore, i Sacramenti, la Liturgia delle ore, l’Adorazione eucaristica, il santo Rosario. Conseguenza immediata: la cura della comunità nell’impegno di tutti. E, quindi, la catechesi opera di catechisti generosi e preparati e dalla profonda vita di preghiera. E oratorio. E cultura.
Grazie!
“In alto i nostri cuori”: verso il Signore e la Sua Mamma. Invoco la intercessione della Parrocchia che è in Paradiso. Sono veramente tanti, sacerdoti e laiche e laici, giovani e adulti. Sono come angeli per noi: don Luigi, don Salvatore, Padre Raffaele Dibari, don Luigi Dimonte, padre Guido Lemma e tantissimi altri sacerdoti e religiosi; ricordo Ruggiero Peschechera e Giuseppe e Lorenzo e tantissimi altri amici e benefattori. Aiutateci ad occupare la sedia che Gesù ci ha riservato (Gv 14, 1-6). Il posto per noi. Con Gesù. Con Maria. In Paradiso. Dovremmo sempre avere uno sguardo verso il cielo: “pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3,2). Non siamo con la testa fra le nuvole: i nostri piedi sono ben piantati per terra, nella realtà. Ma godiamo di uno speciale strabismo: un occhio al cielo, l’altro alla terra. Idealisti e concreti, amici di Gesù e amici degli uomini: le donne e gli uomini concreti, con i pregi e i difetti. Noi non ci siamo scelti. Ho già ricordato come sono venuto in questa Parrocchia. E ne sono ancora stupito. Ci ha scelti Gesù e ci ha messi insieme. Ora siamo una famiglia fondata sul Suo immenso e sconfinato Amore.
Semper ut jumentum.
Vostro don Pino