Il film scritto e diretto da Paolo Sorrentino, presentato in concorso alla 78esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ha vinto il Leone d’argento e il Gran Premio della giuria, quindi è stato selezionato per rappresentare l’Italia agli Oscar 2022 nella sezione “Miglior film straniero”. Per il regista napoletano
questo film è un vero e proprio ritorno a casa: non solo per l’ambientazione nella sua città di origine, ma perché buona parte della narrazione è ispirata direttamente alla sua vita e ai suoi ricordi, seppure filtrati attraverso l’immaginazione, uniti poi a storie inventate o che gli sono state raccontate da altre persone. Siamo negli anni Ottanta e il giovane Fabietto è in cerca di un proprio posto nel mondo. Due eventi sono pronti a sconvolgere la sua vita: il primo è l’arrivo a Napoli di Maradona, il secondo una tragedia personale che lo farà crescere prima del tempo. Il film è un vero e proprio racconto di formazione, il titolo dalla doppia valenza, fa riferimento sia al gol segnato con la mano da Maradona ai mondiali del 1986, sia al fatto che Fabietto, nonché lo stesso Sorrentino, si sia salvato proprio grazie a una partita del Napoli. I genitori del regista morirono nel sonno asfissiati dal monossido di carbonio mentre si trovavano nella loro casa delle vacanze a Roccaraso: il figlio doveva essere con loro, ma non li aveva seguiti perché il padre, finalmente, gli aveva permesso di andare a vedere la sua squadra del cuore in trasferta ad Empoli. Fabietto disorientato e senza punti di riferimento cerca di superare il lutto e trovare la sua strada.
Con questo film, Sorrentino riesce a mettere in scena il più grande dolore della sua vita, trasformandolo in bellezza, rivolgendo lo sguardo al futuro, con la consapevolezza che un futuro è possibile anche dopo così tanto dolore. Sicuramente un film da vedere!
Liana Caputo liana.caputo@gmail.com