Caro Salvatore, ti scriviamo questa lettera per congedarci da questa rubrica: ormai sono passati otto anni dal tuo incontro con Papà e ci siamo impegnati, sperando di esserci almeno in parte riusciti, a farti conoscere alla gente, a riscoprire in noi il tuo ricordo e a prendere consapevolezza dell’entusiasmo che ci hai trasmesso negli anni che sei stato tra noi. Resteranno ancora indelebili in noi i ricordi, i sorrisi, le parole ed i gesti che hai compiuto, ma soprattutto la fede in Cristo Gesù che ci hai mostrato. La tua vita ed il tuo esempio siano di sprone ed incoraggiamento a noi e alle nuove generazioni, perché è possibile vivere il Vangelo e l’amore di Cristo, nonostante la mentalità di una parte del mondo tende all’estrema competizione, finendo per schiacciare la dignità ed anche la vita altrui. Guardando te, siamo coscienti di essere peregrini in questo mondo, ma ci impegniamo a non smettere di guardare Gesù come hai fatto tu, sia prima sia dopo la tua ordinazione sacerdotale.
Peregrino, scalzo e cencioso sulla via corrotta verso la Luce da Luce. Solo peregrino.
Questo hai scritto in una poesia, intitolata, appunto, Peregrino (MELLONE Salvatore, Le scaglie intorno, Albatros, p. 17-18), che vogliamo continuare a portare nel nostro cuore, anche se non più sgorgante poche e povere parole rimembranti la tua persona. Ci congediamo da te in questa rubrica, sapendo che altri continueranno a scrivere su di te, perché tu possa portarli a Cristo. A noi, peregrini scalzi e cenciosi, continua a donarci il sorriso, perché solo un Vangelo ridente salva dalla pesantezza e corruzione di questa vita terrena, aprendoci a quella Luce da Luce, dove non saremo più soli, ma ci incontreremo tutt’insieme nell’amore di Dio.
Giovani Solenne nannisolenne@gmail.com
Ruggiero Rutigliano illietogiullare@gmail.com