Stadera n. 159 – Nov/Dic 2024
Vi è mai capitato di passare con la vostra auto da via Giacomo Leopardi, nel tratto che va dalla rotonda con via Leonardo da Vinci alla rotonda con viale Alessandro Manzoni? Sembra di fare un giro sulle giostre, un tagadà gratis, dove, pur essendoci un limite di 30 km/h, ovviamente per evitare incidenti tra auto e contro pedoni, occorre rallentare tantissimo e schivare queste zone di asfalto dissestato, molto probabilmente causato dalle radici degli alberi di pino piantati al centro della strada adiacenti la pista ciclabile.
Ormai sono diverse settimane che esiste questa situazione. Speriamo che questi “dossi” non siano stati pensati come dissuasori per far rallentare ulteriormente le auto!
“La causa che spinge la pianta a far risalire le proprie radici in superficie è l'impermeabilizzazione del suolo che non permette il passaggio dell'acqua e dell'ossigeno che sono condizione essenziale per il nutrimento e la sopravvivenza della pianta” (https://www.ingenio-web.it/articoli/pavimentazioni-stradali-drenanti-a-bassi-spessori-come-risolvere-il-problema-delle-radici-delle-piante/). Quale soluzione?
L’agronomo naturalista Giovanni Morelli, tra i massimi esperti di pini in Europa, sostiene che “la soluzione più ovvia è quella di predisporre dei substrati tipo terre-pierre (structural soils, in inglese), ovvero costituiti da materiale inerte, stabilizzato per rullatura ma dotato di macro-pori ed interstizi occupati da terreno di coltivo. Su impianti esistenti, l’unica soluzione è quella di elevare il piano di campagna, "annegando" le radici corda in miscele di sabbia e ghiaia più o meno stabilizzate” (https://www.conalpa.it/conoscenza-e-gestione-delle-radici-dei-pini-intervista-allagronomo-naturalista-giovanni-morelli/).
Esortiamo prima di tutto l’assessora, dott.ssa Ricatti, e gli uffici tecnici comunali preposti, di farsi carico di questo disagio per risistemare il manto stradale. E tale soluzione non solo a favore degli automobilisti, ma anche e soprattutto per i pedoni che rischiano di inciampare e cadere per terra.
A cura di
Antonio Diodovich
Giovanni Solenne
Ruggiero Rutigliano